Anche io sono rimasto senza parole leggendo l’accorata lettera di un genitore a Il Giornale…
Caro Direttore,
sono un Vostro lettore «da sempre» ed invio la presente per segnalarvi quello che a mio avviso, è un fatto molto grave avvenuto in questi giorni nella scuola elementare Villani di Firenze, ove mio figlio Alessandro di anni 9 frequenta la classe IV C.
La maestra di disegno ha nei giorni scorsi invitato gli alunni a fare un disegno che rappresentasse il Natale e mio figlio si stava quindi accingendo a rappresentare la «Natività di Cristo» quando è intervenuta detta maestra «vietando» al bambino di disegnare «Gesù bambino».
Mio figlio è rimasto molto amareggiato da questa vicenda, anche perché non è riuscito a comprendere la ragione di tale assurdo divieto ed ha riferito il proprio turbamento a noi genitori.
Pensando l’incidente si fosse verificato per un equivoco, mia moglie si è quindi recata personalmente a parlare con la maestra di disegno ma questa, appresa la ragione del colloquio, si è «inalberata» affermando che sarebbe «una scemenza» (testuali parole) voler rappresentare la nascita di Gesù Cristo ed associarla al Natale (ma a cos’altro andrebbe associato il Natale? Al solstizio di inverno?), poiché in tal modo si rischierebbe di offendere il sentimento religioso di chi non è cristiano.
In ogni caso, a detta della maestra di disegno medesima, le insegnanti sarebbero obbligate ad impedire qualsivoglia rappresentazione religiosa, anche nei disegni e addirittura gli insegnanti di «Religione» non potrebbero parlare di Gesù Cristo agli alunni. Richiesta di indicare quale mai fosse la norma cui faceva riferimento, la maestra medesima ha girato le spalle e se ne è andata senza neppure salutare.
Il giorno dopo, anche l’insegnante di Italiano è intervenuta in classe sull’argomento, dicendo agli alunni che «le maestre sono stufe delle “scemenze” delle loro mamme».
Non ho parole per commentare l’accaduto. Non condivido che nelle nostre scuole il Natale non sia più rappresentato come quando ero bambino io (quarant’anni fa) con recite e canti dedicati alla nascita di Gesù, ma ritengo che costituisca un vero atto di violenza morale impedire ad un bambino di 9 anni di rappresentare in un disegno la Natività, specie in un disegno che la maestra stessa ha detto doveva essere dedicato al Natale e portato a casa dalle rispettive famiglie.Walter Vecchi
Technorati Tags: natale, gesù bambino, ora di religione
Stanno dando la caccia al Bambino come ai tempi di Erode. Sono i campioni della libertà di pensiero e di espressione. Purché sia quella che coincide con la propria!
Oltretutto, non so cosa doveva raffigurare del Natale quell’alunno? Il panettone Motta?
Siamo alle comiche. Quella maestra dovrebbe essere rimandata all’asilo (per studiare).
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Certamente sono d’accordo con te e mi complimento per il paragone evangelico che hai fatto.
Luca
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Certo che si puo’ disegnare Gesù a Natale. Quando il tema è “disegnate quello che vi fa venire in mente il Natale”, ad esempio. Come ha fatto il bambino della lettera qualche giorno fa.
Se si sta decorando una porta, magari, può non essere il caso di utilizzare il Bambino come addobbo, tra una stellina e un abete.
Quel che è successo è questo.
Buon Natale a tutti
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Forse hai ragione quando dici che le notizie vanno verificate ma non puoi negare che in Italia ci sia un movimento che tende a negare le radici cristiane o meglio le tradizioni antiche (il presepe nasce nel 1200) a favore di un falso rispetto per altre fedi che non si pongono nemmeno il problema…
Ciao e buon Natale
Luca
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Rispondo al Sig. Gianni Comoretto.
La maestra è stata temporaneamente sospesa solo dopo che aveva ammesso i fatti contestati rilasciando una confessione scritta.
In altri “blogs” il Sig. Comoretto ha scritto che il disegno era troppo grande o che il bambino sarebbe andato “fuori tema” (Gesù non c’entra col Natale?), o che avrebbe creato problemi di estetica (cosa ci sarebbe di non bello nella Natività?).
Le sue contraddizioni sono continue ed evidenti.
Ebbene Sig. Comoretto, con gli ispettori la maestra ha riconosciuto di avere vietato di disegnare Gesù bambino perchè era sua opinione che qualunque riferimento reli-gioso fosse vietato. E si è lamentata di essere l’unica a “pagare” per una prassi con-solidata nella scuola Villani.
Le insegnanti della scuola Villani mi hanno poi inviato a casa una lettera senza che nessuna di loro avesse il coraggio di firmarsi con nome e cognome, ma firmata genericamente dai “docenti del circolo 12 di Firenze” in cui paragonano chi come mio figlio ha solo chiesto ed insistito per poter disegnare la Natività a chi in nome di ciò che pensa autonomamente “propone ogni sorta di azione”. Insomma, mio figlio ha manifestato un intento criminale volendo disegnare Gesù?
Questo atteggiamento inqualificabile mi ha costretto a trasferire mio figlio presso una scuola privata, ed è stata una scelta dolorosa perchè sinora ero sempre stato un sostenitore accanito della scuola pubblica.
Mi creda Sig. Comoretto, questa vicenda oltremodo triste non va risolta negando la verità dei fatti ma lavorando attivamente perchè certe aberranti interpretazioni laiciste non si ripetano in futuro, nell’interesse e per il bene di tutti .
Buona Pasqua.
Walter Vecchi
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[…] questo indirizzo: info@oxfordinspires.org. Vi ricordo che poco meno di un anno fa, anche in Italia qualcuno non voleva che i bambini di una scuola disegnassero Gesù nel presepe: ciò avrebbe urtato, mi chiedo a […]
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sono un isegnante della scuola dell’infanzia e sono rimasta basita dall’accaduto. Ammettendo anche (cosa che mi risulta alquanto difficile credere)che la scuola avesse richiesto alle insegnanti di vietare ai loro bambini di disegnare Gesù, ammettendo che fosse una prassi ormai consolidata tra tutte le insegnanti, è importante che un adulto, personalmente, si faccia delle domande e dicesse:”Ma io come persona, come educatore, come mi pongo davanti a questo fatto? “. Possibile che sia cosi’ difficile oggigiorno, interrogarsi su questi fatti o lasciamo semplicemente che accadono lasciandoci indifferenti?. Ma se questo bambino avesse chiesto alla maestra la ragione per la quale si festeggia il Natale, lei cosa avrebbe risposto? Quali sono le ragioni per cui facciamo certe cose?. Quante volte ci capita di dire ai nostri bambini:”Solo perchè un tuo amico fa qualcosa di sbagliato non è detto che lo debba fare anche tu!”. E allora come la mettiamo? se questa insegnante pensava che questo divieto fosse la cosa migliore, sei lei credeva che davanti ad un bisogno di un bambino la censura fosse la soluzione perfetta, che lo dicesse apertamente senza andare a nascondersi dietro alle spalle di qualcun’altro!. Mi rendo conto che il nostro lavoro di questi tempi è sempre più difficile, ma credo anche che sia un compito talmente grande e alto che ci viene richiesto da non poter essere sottovalutato. Non è qualcosa che si può fare tanto per arrivare a fine mese, bisogna crederci, avere dei punti fermi, e lasciarsi interrogare tutti i giorni da ciò che ci circonda, prima ancora come persone, laiche o credenti. Un augurio di buon Natale a tutti e che sia un Natale vero di persone vere
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Alla voce “natale” la Grande Enciclopedia De Agostini (1972-1978) dice: “Collegati con la festa del N. sono degli usi che non sempre sono di origine cristiana, anzi per la maggior parte hanno le loro origini nelle religioni e civiltà pre-cristiane. . . . Da un lato una serie di usi che chiaramente derivano dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre: in particolare l’uso di luminarie, lo scambio di doni, i regali ai bambini”. (Vol. XIII, p. 412)
A seconda del luogo in cui vivono, ai bambini vien detto che i doni sono stati portati da Babbo Natale, Santa Claus, Père Noël, Knecht Ruprecht, dai Magi, dall’elfo Jultomten (o Julenissen), o dalla Befana. (The World Book Encyclopedia, 1984, Vol. 3, p. 414)
Chiaramente si tratta di semplici favole. Raccontando ai bambini queste favole si edifica in loro il rispetto per la verità? Si onora Gesù Cristo, che insegnò che Dio dev’essere adorato con verità? — Giov. 4:23, 24.
Il Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani (1955-1961) dichiara: “Si riconosce ormai universalmente che una festa della natività di Gesù Cristo è ignota ai Padri dei primi tre secoli e che manca una tradizione autorevole circa la data della sua nascita . . . Nella scelta del 25 dic. come giorno del Natale del Salvatore ebbe certo molta influenza il calendario civile romano che dalla fine del sec. 3° celebrava in quel giorno il solstizio invernale e il natale del ‘sole invitto’ (Dies natalis invicti solis) . . . Tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati il ceppo, i fuochi e i falò (sopravvivenze di quelli accesi in antico per il solstizio) . . . l’albero di N. (anch’esso sopravvivenza di riti agrarî)”. — Vol. VIII, p. 242.
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