Nelle mie classi parlo spesso del “Rosario”, e ne parlo sempre da un punto di vista inter-religioso; quando si parla infatti delle religioni porto a scuola il Japamala induista, quello Buddhista, lo Sebha mussulmano, il rosario ortodosso (Comvoschini) e chiaramente quello che appartiene alla tradizione cristiana-cattolica. Vorrei dunque iniziare oggi una serie di post sull’argomento perchè lavorare sulla tradizione del “rosario” è sicuramente qualcosa che ai ragazzi piace, specialmente se abbiamo la possibilità di mostrarli (se ne possono acquistare anche su internet senza necessariamente andare a prenderli chissà dove). Potrebbe essere interessante ad esempio fare tutto un lavoro accurato di ricerca sul significato che il rosario riveste nelle religioni, oppure su come concretamente viene utilizzato, il legame che c’è tra rosario e mistica, tra il rosario e la respirazione e così via. Ovviamente materiale in giro se ne trova poco per cui proverò a darvi qualche sito di riferimento sull’argomento. Al rosario cattolico ho già dedicato un post con una immagine dettagliata sulle varie preghiere associate ad ogni serie di grani.
Sulla storia del rosario cattolico si può leggere molto in rete, basta fare una piccola ricerca. Solo come base di partenza ricordo alcune tappe della formazione del rosario come è oggi:
1) Il Rosario nacque intorno all’anno mille nei Monasteri, per quei monaci conversi che non sapevano leggere e che al posto dei 150 Salmi recitavano 150 Pater noster.
2) Con lo sviluppo della devozione mariana, accanto al Salterio del Pater si affermò anche il Salterio della Beata Vergine Maria, composto di 150 Ave Maria.
3) San Domenico, nel secolo XIII, chiedendo in preghiera alla Madonna un aiuto perché i cristiani caduti nell’eresia si convertissero, ebbe da Lei come risposta di usare e far usare la preghiera del Rosario.
4) Nei primi decenni del 1400, il certosino Domenico di Prussia propose un rosario di 50 Ave Maria, in cui ad ogni Ave, dopo il nome di Gesù si aggiungeva una frase o “clausola” che si riferiva ad un episodio della vita di Gesù o della Vergine: 14 tratti dalla vita nascosta, 6 dalla vita pubblica, 24 dalla passione di Gesù e 6 dagli episodi dopo la risurrezione di Gesù.
5) Il beato Alano de la Roche (1428 – 1478), frate domenicano, diede la massima importanza alla parte meditativa, che egli chiamava “l’anima del rosario”, mentre la parte vocale ne costituiva “il corpo”. Gli episodi della storia della salvezza li suddivise in tre cinquantine: gaudiosi, dolorosi e gloriosi, raggruppati in quindici episodi principali.
6) La struttura definitiva del Rosario fu data dal domenicano fra Alberto di Castello nel 1521. San Pio V (1566 – 1572) fu il primo “Papa del Rosario”. Nella bolla “Consueverunt Romani Pontifìces” del 1569, egli descrisse i copiosi frutti raccolti da S. Domenico con questa preghiera e invitò tutta la cristianità ad utilizzarla.
7) Più recentemente il Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno dato molta importanza alla recita del rosario. Giovanni Paolo II l’aveva definito “la sua preghiera prediletta”.
Alcune risorse ci potranno essere utili a spiegare meglio il rosario ai nostri alunni.
– un rosario online interattivo con tutti i misteri, in lingua latina e inglese (utile per capire come funziona).
– il rosario in 17 lingue
– una storia del rosario dal 1° secolo ad oggi (in lingua inglese)
Per i più piccoli invece consiglio queste due risorse:
– il rosario dei bambini abbandonati e dimenticati
– il rosario pregato dai bambini
Due strumenti forse più adatti per il catechismo ma comunque utili per far capire anche ai nostri alunni che il rosario, è una forma di preghiera con un significato ben preciso al di là della meccanica ripetizione delle parole. Spero che queste poche semplici indicazioni vi possano servire come base di partenza per un lavoro interculturale. Nei prossimi giorni come ho già detto, proverò a parlare del “rosario” nelle altre tradizioni religiose.
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