A quanto pare la Gelmini si sta muovendo seriamente per fare quello di cui ha parlato in passato: equiparare l’ora di religione alle altre materie sostituendo i giudizi con i voti. A leggere questo articolo della Repubblica sembra ormai che siamo vicini al traguardo. Prendo solo uno stralcio di quanto è stato scritto sul giornale di ieri:
Alla fattibilità dell’intera operazione starebbe lavorando da circa tre mesi una commissione voluta dal ministro. Sulla composizione della stessa vige il più stretto riserbo e le riunioni si sono finora svolte in gran segreto, ma si sa che il gruppo di lavoro è presieduto dal direttore generale per gli Ordinamenti, Mario Dutto. Il passo ulteriore è di pochi giorni fa: da viale Trastevere è partita la richiesta di parere di fattibilità al Consiglio di stato. Se la cosa dovesse andare in porto, si riaccenderebbe la guerra tra laici e cattolici scoppiata un paio di settimane fa, quando il Tar Lazio ha estromesso dall’attribuzione dei crediti scolastici alle superiori proprio i prof di Religione.
L’unica verità, al momento, è che un eventuale voto all’insegnamento della religione creerebbe una levata di scudi da pare del mondo laico. Vale la pena poi uniformarsi alle altre materie su una valutazione che per noi tiene conto di molti aspetti della personalità dell’alunno? Io credo di si, ma il dialogo è aperto anche dalle parti di casa nostra.
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