In questi giorni è stata decifrata la più antica iscrizione ebraica risalente al decimo secolo a.C. Il testo molto essenziale, che potete leggere qui sotto in inglese, è riportato su un frammento di porcellana datato al tempo del Re Davide.
1′ you shall not do [it], but worship the [Lord].
2′ Judge the sla[ve] and the wid[ow] / Judge the orph[an]
3′ [and] the stranger. [Pl]ead for the infant / plead for the po[or and]
4′ the widow. Rehabilitate [the poor] at the hands of the king.
5′ Protect the po[or and] the slave / [supp]ort the stranger.
Sono riferimenti a concetti espressi anche nella Bibbia, la difesa dei poveri, delle vedove, degli schiavi, degli orfani e degli stranieri. La più antica iscrizione ebraica ci ricorda che a distanza di 3.000 anni, il mondo non garantisce ancora a tutti i suoi figli gli stessi diritti fondamentali. Ancora oggi la fame, la schiavitù, gli orfani, le vedove e gli stranieri costituiscono le sfide che il mondo e in modo particolare, diciamolo pure, gli uomini di buona volontà, devono affrontare, come ai tempi in cui il frammento fu scritto.
Technorati Tags: bibbia, archeologia, diritti umani