Ricordo che quando ero alle elementari, regalai a mio padre un libro, che conserva sempre nella sua libreria, dal titolo, “Il difficile mestiere di padre”. Se fare il genitore non è mai stato facile per nessuna generazione, oggi al gap generazionale genitori-figli, si aggiunge anche quello cultural-digitale che non è da poco. Quelle mamme che una volta dovevano star dietro ai figli il pomeriggio per svolgere i compiti di casa, o che si dovevano solo preoccupare di preparare la cena per la sera, che sanno usare a malapena il telecomando e il telefono cellulare nelle sua funzioni base, si trovano oggi alle prese con i loro ragazzi sempre più connessi e “smaliziati”, tecnologicamente parlando, dunque impreparate ad educare i figli ad un uso corretto dei media, dei quali non conoscono nè i limiti, nè i rischi e neanche le potenzialità. Prima c’era la scuola che pensava quasi a tutto, a istruire e a educare; gran parte del lavoro dei ragazzi avveniva a scuola, a casa si doveva fare solo la lezione.
Oggi a casa c’è un mondo sconfinato, quello che si apre grazie ad internet, e che la scuola non può più gestire. Solo adesso la comunità scolastica comincia ad entrare nell’ottica di educare le giovani generazioni all’uso consapevole delle tecnologie e ci vorrà del tempo perchè ciò accada. E’ ovvio che nel frattempo tutta la responsabilità educativa dei ragazzi ricade sulle spalle dei genitori che non hanno spesso le competenze per affrontarla. Con l’ingresso delle nuove tecnologie nel panorama giovanile, l’asse educativo di fatto si è spostato molto in ambito familiare. Non è raro sentire i ragazzi raccontare che a casa possono fare al computer quello che vogliono perchè i genitori non lo sanno neanche accendere e a casa gli insegnanti non ci sono. Quale deve essere il giusto rapporto tra reale e virtuale? Quando è bene staccare la spina e mettersi a leggere un libro? Si deve permettere l’utilizzo di facebook e di msn? Fino a che punto, in che modo? Molti genitori se lo stanno chiedendo e chiedono a noi educatori di aiutarli in questo difficile compito che è loro affidato, perchè a casa poi sono loro a dover gestire la vita digitale dei figli. Ci vorrebbe anche oggi un bravo scrittore, nonchè educatore, che scriva il sequel di quel vecchio libro ingiallito che ormai appartiene a un passato che non c’è più…
Fonte del post: iEducAzione
Sinceramente, Luca, mio figlio non sta al pc se non per qualche rara ricerca…preferisce di gran lunga i suoi topolini anche di annate passate, o allenarsi per la gare dei giochi della gioventù, andare in palestra, suonare il pianoforte o guardarsi un bel dvd…non credo che non sia al passo coi tempi,( per il compleanno gli hanno regalo un cell. ultramoderno che maneggia con sicurezza e stanne certo che sono io che non lo so usare!!)nè si sente diverso dagli altri suoi compagni, tanto meno è l’ultimo della classe!
Sono io fortunata? O i tempi dovrebbero un attimo rallentare la corsa verso il niente o è che siamo in Sardegna???
Comunque medito perchè come docente il mio compito è anche quello di accompagnare le nuove generazioni verso un futuro più umano possibile.
miriam
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Ciao Luca,
sono molto interessata a questa riflessione…
Esistono testi che affrontano il problema, ma anche tra questi è difficile gestirsi… Mi spaventa il tempo che viene investito tra internet e facebook… Servirebbe una specie di Bignami ad uso di genitori e educatori…
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@ Miriam: in effetti sei fortunata, molto probabilmente l’educazione che avete dato a vostro figlio è bastata a renderlo consapevole di come usare bene il proprio tempo, purtroppo però molti giovani non sono accompagnati da nessuno per cui siamo noi operatori del mondo della scuola a doverli guidare nel loro stare nel mondo digitale, ecco perchè è bene conoscere limiti e potenzialità dei nuovi media
@ Camilla: ho trovato questo articolo in rete che forse ti può interessare, ed anche un gruppo su facebook di Famiglia Cristiana dedicato ai genitori.
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Grazie Luca,
farò un giretto nei siti segnalati, magari è proprio questione di una mia incompetenza in materia…
a presto!
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