Colgo l’occasione del Venerdi Santo per fare una piccola riflessione sul digiuno e sull’educazione alla rinuncia, prima di andare in pausa per la festività di Pasqua. Non sono io a dirlo ma ormai è una opinione condivisa, come sia sparita dal vocabolario, almeno nel mondo occidentale, la parola rinuncia. Se questo è vero per il mondo degli adulti tanto più lo è per i nostri ragazzi, cresciuti in una società opulenta dove il sacrificio non è contemplato. Eppure il cristianesimo e di conseguenza la cultura occidentale, si basa su un “sacrificio”, quello di Gesù sulla croce.
Negli ultimi due anni si è cominciato a parlare di un nuovo digiuno anche e soprattutto per i giovani, ma non rispetto ai cibi, quanto piuttosto alla loro vita virtuale. Quest’anno su Facebook è stato creato un “Evento” al quale hanno aderito quasi 4000 persone, “Venerdi Santo senza Facebook”. Anche se questo non sarà il digiuno prescritto per questi giorni dalla Chiesa, è importante tornare a parlare una lingua adatta ai più giovani cominciando con questi piccoli gesti molto concreti, che educano comunque al senso della rinuncia.
Fonte: iEducAzione