Uno dei linguaggi emergenti nell’era crossmediale è indubbiamente l’uso del Podcast (Personal Option Digital Casting), come forma di comunicazione diretta, orizzontale e veloce. Il podcast, brevi trasmissioni audio di commento o lettura di brani, costituisce uno degli esempi più evidenti di quello che è stato chiamato in linguaggio 2.0, “User Generated Content” (contenuti generati dagli utenti). Se ne è cominciato a parlare con l’avvento dei primi iPod e con la possibilità di portare sempre con sè le trasmissioni o i file audio, da ascoltare in macchina, in autobus, in treno ecc… Uno dei primi podcast del mondo cattolico è stato quello ante-litteram del Card. Arinze, che già nel 2007 aveva realizzato il suo blog con la possibilità di ascoltare e scaricare le omelie della domenica. In questi ultimi tre anni i podcast cattolici sono cresciuti di numero e di qualità, tanto che oggi sul più popolare programma di iscrizione ai Podcast, iTunes, si trovano quelli di sacerdoti, di movimenti giovanili, e anche la Radio Vaticana ha il suo podcast. Basta scorrere questa lista per rendersi conto di quanto il podcast sia diventato uno strumento e un linguaggio familiare nelle nostre parrocchie, movimenti e associazioni ma anche per il singolo credente che vuol far sentire la propria voce. D’altra parte proprio per la sua economicità (a costo zero) e per la sua praticità, il podcast, può essere usato in parrocchia o in diocesi al posto o a integrazione della classica radio. Si possono mettere online notizie di eventi sia parrocchiali che diocesani, può sostituire almeno per quanto riguarda l’utenza giovanile, il vecchio giornalino di carta che veniva distribuito in chiesa la domenica mattina. I giovani possono portarsi nel loro lettore mp3 le omelie del Vescovo (come quelle fatte in passato dal Card. Tettamanzi per la Quaresima su Youtube), le letture della settimana (come avviene per il podcast sul sito della Diocesi di Milano e su quello delle Edizioni Paoline). I ragazzi e i gruppi giovanili possono rendersi loro stessi autori di podcast, leggendo e raccontando le loro esperienze formative, il loro punto di vista su quello che avviene nel mondo, ecc…
La scuola in questo senso non è da meno. Come strumento prevalentemente audio, viene usato per creare audiolibri letti dagli stessi ragazzi, per creare radio-giornali di classe e come un ottimo strumento per cimentarsi con le lingue. Il bello del podcast è che si tratta di uno strumento “democratico”, perchè avvicina l’insegnante agli alunni e gli alunni tra di loro; per realizzare un podcast ci deve essere un vero lavoro di equipè: chi prepara i dialoghi, chi legge, chi inserisce il podcast online e così via. I ragazzi entrano a far parte del processo di apprendimento guidati dal loro insegnante.
Il podcast costituisce dunque una nuova forma di comunicazione che trova nei giovani possibili autori-fruitori; è la storia che va avanti che cambia linguaggi e modalità di trasmissione di contenuti, possiamo però dire che la chiesa e la scuola gli stanno andando volentieri incontro.
Fonte: iEducAzione