La dove non arriva lo Stato arriva forse il web? Sembra che ormai in America, sia impazzata la moda di dare il voto ai professori su alcuni social network nati a questo scopo. Il fenomeno è cominciato nelle Università e nei Campus degli Stati Uniti e da noi è arrivato negli ultimi due anni. Non sono più solamente gli insegnanti a stilare i voti, ma anche gli alunni possono dire quanto quell’insegnane sia valido oppure no, a loro giudizio ovviamente. Molti insegnanti forse tremeranno? Che dire di questo fenomeno che per il momento non è ancora esploso in Italia come moda giovanile, ma che potrebbe prima o poi diventarlo? A ben vedere oggi tutto funziona con il voto, anzi con il televoto, e gli adolescenti attaccati al loro cellulare hanno il potere di decidere chi vincerà Sanremo o il Grande Fratello. Ci chiediamo se siano pronti per questo ruolo che il mondo della comunicazione stà sempre più mettendo nelle loro mani. In questa logica, più che altro commerciale, che si sta affermando, decidere se un concorrente o un insegnante debbano andare a casa, appare agli occhi dei ragazzi più o meno la stessa cosa. Un sistema di valutazione ben strutturato e più costante dei lavoratori, specie nel mondo della scuola, forse andrebbe introdotto, anche perchè si ha a che fare con “materiale umano”; da qui ad accogliere il giudizio degli alunni, ce ne corre.
Eppure il nuovo corso della rete, quello social per intenderci, rischia di mettere in piazza con estrema facilità, quei difetti che anche un insegnante o un educatore modello può avere se in quel momento non risponde a determinate esigenze dell’utenza. Sarebbe forse il caso di ridimensionare il ruolo sempre più di primo piano che la società affida ai giovanissimi. Senza nulla togliere ad una serena e oggettiva valutazione dell’operato di un insegnante che deve venire però da fonti autorevoli e competenti.