Una ricerca dell’Osservatorio Facebook, aggiornata al 31 dicembre 2009 dimostra che quasi l’80 % dei giovani italiani è iscritto a Facebook. Una cifra impressionante se pensiamo che raramente le mode giovanili riescono ad avere queste adesioni. Ma basta fare anche una ricerca nelle nostre classi per avere la conferma di quanto emerge dallo studio e dalle statistiche. Oggi i giovani si incontrano su Facebook ed è un dato che ci interroga come educatori nel mondo della scuola. Come potete vedere dal grafico interattivo qui sotto, la percentuale dei giovani collegati a Facebook, nella fascia di età tra gli 0 e i 18 anni, ha subito un’impennata negli ultimi mesi, passando dal 18% del dicembre 2008, al 74 % del dicembre 2009. Non mi meraviglierei se fra poco tempo tutti i nostri giovani avessero un profilo su Facebook.
Almeno per adesso i genitori più attenti e responsabili accompagnano i figli in questa presenza digitale, specialmente i più piccoli. Ci sono però anche genitori che lasciano i loro figli davanti al computer senza controllo, per mancanza di tempo e per ignoranza del mezzo. Un mio alunno mi diceva giorni fa, “mia madre non lo sa nemmeno accendere, quindi sono libero di fare quello che voglio”. Generazione digitale ma anche generazione sola, nel vivere virtuale quotidiano. E gli insegnanti dove sono? Lontani, solo il 24% dei docenti si connette ad internet tutti i giorni e a scuola non si usano questi mezzi per educare perchè non se ne riconosce il valore.
Un tempo poi i ragazzi stavano per strada e c’erano i vari “don Bosco” a prendersi cura di loro, ma adesso che stanno su Facebook, chi si prende cura di loro? Chi insegna loro come fare un uso attento e consapevole di questo strumento che traccia tutto e vede tutto? Personalmente sono favorevole al fatto che i ragazzi passino più tempo su Facebook piuttosto che davanti alla Tv, se l’alternativa è quella, almeno lì si spera che circoli una buona informazione e una ricreazione meno “DeFilippizzata”. Ma non vanno lasciati soli, a scuola bisogna parlare di Facebook, non facendo del vecchio moralismo ma aiutando i ragazzi a cogliere i pregi e difetti di questa forma di relazione.
L’ideale, con i ragazzi più grandi è quello di relazionarsi con loro proprio da “dentro al mezzo”, aprendo anche noi un profilo, incoraggiando ciò che di positivo viene condiviso e al contrario scoraggiando certi comportamenti offensivi o pericolosi. Anche con i più piccoli è possibile però una qualche forma di dialogo. Accettiamo pure la loro amicizia, che le loro esternazioni entrino pure nella nostra bacheca, ci aiuterà a conoscerli meglio e ad avere con loro al mattino, un dialogo più costruttivo.
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