Reportage dall’India

Il mio viaggio in India è terminato in questi giorni e volevo raccogliere in questo post alcune suggestioni e alcuni ricordi dei giorni passati in questo paese, tanto affascinante quanto problematico. Il giorno di Natale come avevo già scritto l’ho passato con gli anziani abbandonati, che le suore hanno accolto in un luogo sicuro, protetto, dove sono accuditi notte e giorno. Il Natale è arrivato anche per loro e babbo natale non si è fatto attendere. Molti anziani hanno problemi mentali a causa della vita per strada che in India è ancora più dura che in occidente. Hanno sorriso lo stesso a babbo natale, che ha portato dolci e caramelle. Una anziana del punjab mi ha benedetto nella sua lingua che nessuno lì conosceva. L’India è una babele linguistica cone decine di lingue e alfabeti diversi: solo l’inglese e l’hindi sono le lingue che veicolano comprensione e dialogo. Il giorno di Natale anche i bambini hindu vengono a pregare sul presepe, nel pantheon degli dei hindu c’è posto anche per Gesù, che spesso viene raffigurato, nelle chiese, in posizione yoga. Il viaggio nella città santa di Varanasi è stato un tuffo nella spiritualità indiana, in quella antica città la gente va a morire per guadagnarsi un pezzo di salvezza futura. Notte e giorno su uno dei ghat (scalinate) che scendono al Gange, centinaia di corpi bruciano sulle pire di legno che sono la fortuna della mafia locale. Una volta che i parenti sono andati via i corpi, non ancora cenere, vengono buttati nel Gange e il legno recuperato per la cremazione successiva. Questa è l’india… Sui ghat decine di sadhu (asceti) pregano, meditano e vivono lì, con tutto ciò che la vita comporta, dalle funzioni corporali a quelle appunto spirituali. Ogni sera alle 18,15 si svolge la funzione del Ganga Aarti, una cerimonia votiva per la Ma Ganga (Madre Gange), con musiche, campane, luci e incensi. Centinaia di turisti assistono alle cerimonia da terra e dalle barche sul gange.

Il mio viaggio prosegue verso lo stato del Chattisgarh, dodici ore di strada tutta buche con una jeep. Ovunque lo stesso scenario, gente povera, case semicadenti, in una realtà prevalentemente rurale. L’incontro con i bambini adivasi, popolazione tribale oggetto ancora oggi di discriminazione razziale, è stato festoso e colorato. L’india è il paese dei colori, dai sari delle donne, alle polveri usate per colorare gli abiti e i manufatti. Prossimo obiettivo, comprare 20 letti per loro, che ancora dormono sulle stuoie, in terra, anche quando fa freddo. Qui sotto alcune delle foto che ho scattato e che raccontano il mio viaggio.



L’India “sgarrupata”

Scrivo questo post dopo alcune giornate di “silenzio”, si fa per dire, visto che in India il silenzio è cosa rara. Come vi avevo promesso inserisco qui sotto alcune foto del mio viaggio, nell’India povera e sgarrupata. Si sgarrupata perchè in India tutto è cadente, le strade, le case, i templi, le auto, che corrono corrono, e i loro autisti con le mani “incollate” sul clacson. Ma è anche l’India dei colori, della gente, tanta gente, dei profumi e degli effluvi, dei poveri e dei ricchi, della luce che non c’è, e che va via, e dei computer sempre connessi ad internet. L’India delle contraddizioni abissali! Una polverosa jeep mi ha portato in giro per il Nord del paese, dai bambini disabili di Loni ai quali, grazie all’aiuto offerto dagli alunni e dai colleghi della mia scuola, abbiamo regalato dei macchinari per la fisioterapia e loro li hanno voluti subito provare. Erano felicissimi anche se con le loro “gambine” atrofizzate dalla poliomelite non avevano le forze per farli funzionare. Lo hanno fatto comunque e sono stati contenti, perchè hanno visto in questi oggetti la possibilità di migliorare la loro capacità di camminare ed essere come gli altri. In India la disabilità viene considerata ancora come una maledizione divina. Ai piedi dell’Himalaya ho incontrato anche un povero sacerdote che si occupa di altri bambini, poveri come lui, istruendoli e dando loro una casa più dignitosa, perchè la loro “casa” è solo una stanza di mattoni e la vita si svolge fuori, in mezzo agli animali e alle fogne a cielo aperto.

Oggi sono tornato a Delhi per celebrare il Natale, lo farò questa sera insieme alle suore che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Una messa in rito siro-malabarese e in lingua malayalam, del Kerala… Domani vorrei passare il Natale insieme agli anziani che le suore ospitano e che hanno trovato per strada, soli, sporchi e senza niente da mangiare. Come vedete per Natale non mi sono fatto mancare niente!! Mi hanno regalato anche un Kurta e adesso mi sento un vero indiano… Il mio viaggio prosegue i prossimi giorni per la città santa di Varanasi (Benares) e poi ancora più a est per incontrare altri bambini, anche loro poveri come gli altri. Vi auguro con tutto il cuore di passare queste festività nella pace e nella quiete che a me in questi giorni manca, ma solo a livello acustico!!!



Natale Indiano – Pausa del Blog

natale-indianoFra pochissimi giorni parto per l’India, dove trascorrerò il Natale. Devo, per ovvie ragioni, interrompere la pubblicazione dei post in modo da avere il tempo di prepararmi al viaggio.

Spero di passare queste feste in compagnia dei più poveri dei poveri, lontano dal “nostro” Natale occidentale, che ha perso il suo vero significato, perso dietro le corse frenetiche per l’ultimo acquisto o per la preparazione di un pranzo che in molti, non si potranno permettere, nè oggi, nè mai. Vorrei vivere questo Natale in modo più autentico, accanto al bambinello che giace in una mangiatoia di animali, accanto a quei bambini che vivono come, o forse peggio, dei nostri animali. L’Induismo e l’India in generale, hanno un rapporto particolare con gli animali, fatto di adorazione e di violenze; è lo stesso rapporto che l’umanità ha con i bambini. Mentre noi a Natale adoriamo il bambinello, tanti bambini muoiono, sono sfruttati e maltrattati, senza andare lontano, anche in casa nostra. Contraddizioni di una umanità che ha ancora bisogno che quel bambino nasca, cresca e ci converta.

Se mi sarà possibile proverò a scrivere qualcosa da là, e magari a inserire qualche foto nel blog, quelle più eloquenti almeno. Intanto auguro buone feste a tutti, visto che non mi sarà possibile farlo nei prossimi giorni. Ci rivediamo ad anno nuovo sperando che il Natale abbia portato nei nostri cuori e non solo sotto l’albero, tanti doni preziosi. Per quanto mi riguarda, riceverò il mio dono natalizio più prezioso da questa umanità sofferente, che, paradosso, non ha invece niente da dare. E questo mi basta!
Buon Natale. Luca

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Le 8 competenze chiave di cittadinanza, definite dall’Unione Europea

puzzleIl 18 dicembre 2006, il Parlamento e il Consiglio Europeo, avevano approvato una Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Per ottenere questo risultato, era stata fissata una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2010, attraverso l’impegno di tutti gli Stati membri e delle istituzioni europee, costantemente impegnate nel monitoraggio sui progressi fatti nel campo dell’apprendimento e nell’individuazione di ulteriori strategie da adottare. Lo sviluppo di competenze chiave, oggetto della Raccomandazione, è uno dei 5 obiettivi che sono stati individuati per “rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi”. Le competenze chiave, quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione, sono state così definite:

1. Comunicazione nella madrelingua;
2. Comunicazione nelle lingue straniere;
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4. Competenza digitale;
5. Imparare ad imparare;
6. Competenze sociali e civiche;
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8. Consapevolezza ed espressione culturale.

Nonostante siamo già arrivati al 2010, l’acquisizione di queste competenze da parte della maggior parte dei nostri alunni è ancora un miraggio. Non ci resta che sperare nelle prossime generazioni. Guardate, a questo proposito, questo simpaticissimo video che vi farà sorridere ma anche riflettere…

Fonti: Indire e PierfrancoRavotto

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I Link di Religione 2.0 – 13.12.2009

Toobla: aggregare più contenuti multimediali in un unico sito

tooblaSe avete bisogno di far vedere ai vostri alunni una serie di prodotti multimediali trovati o creati in rete da voi stessi, dovete necessariamente o indicare loro tutti i link da visitare (video, mappe, presentazioni, immagini, timeline), oppure creare un blog dove inserire tutti quegli elementi che servono al vostro percorso didattico. Un’altra possibilità ce la offre però da poco tempo un sito che si chiama Toobla, molto semplice da usare, pratico, veloce. Tutte le volte che troviamo in rete un contenuto che vorremmo inserire in una unità di lavoro interattiva non dobbiamo fare altro che copiare il codice embed (quello che si trova sempre a lato delle applicazioni web 2.0) e andarlo a inserire in Toobla. Una volta terminato il lavoro, possiamo dare un unico indirizzo ai nostri alunni, e lì troveranno tutti i nostri contenuti aggregati, e sui quali potranno lavorare autonomamente. Se volete un esempio guardate questa unità di lavoro che ho creato come prova, dedicata all’Ebraismo.

A mio avviso ci sono ancora alcune cose da mettere a punto nell’applicazione, come ad esempio la possibilità di vedere tutti gli elementi a schermo intero, e non in una piccola finestra a lato, ma per il resto diciamo che Toobla svolge egregiamente il suo lavoro. Il video qui sotto vi spiega il funzionamento del programma.

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