Ieri il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, su Moked, il portale dell’Ebraismo italiano, interviene sulla polemica relativa all’Ora di Religione e lo fa in termini non entusiasti ovviamente, ma nemmeno distruttivi come gran parte del mondo laico. Qui sotto il suo intervento:
Ora di religione. Prima di criticare le richieste di altre confessioni, pensiamo a quale è la nostra sensibilità sulle nostre ore (non un’ora sola…) di religione. Pensiamo per esempio alla Bibbia, che anche se è un grande codice storico e letterale, per noi è prima di tutto un insegnamento di vita inscindibile dalla nostra esistenza. Insegnamento della religione è formazione oltre che informazione. Quello che importa non è tanto l’inserimento della Bibbia come materia nelle scuole, ma chi e come farebbe l’insegnamento. Farlo fare ad estranei che non condividono i nostri principi può essere ogni tanto una sfida provocante, ma certo non è la soluzione. Non mi entusiasmo alle proposte di insegnamenti pluriconfessionali, gestiti da chissà chi e come. Quel poco di ebraismo che già circola nei programmi governativi non è certo un capolavoro didattico che fa ben sperare. Per questo motivo comprendo non l’invasività, ma alcune preoccupazioni della chiesa cattolica, quando vuole gestire per conto proprio la sua ora di religione, e non vedo perché una richiesta didattica accettata dalla stragrande maggioranza degli italiani debba essere ostacolata dagli ebrei. Fermo restando un principio essenziale: che l’ora di religione cattolica debba essere assolutamente volontaria e che non vi sia alcuna conseguenza discriminatoria (crediti, giudizi di scrutinio ecc.) per chi decida di non avvalersene.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Technorati Tags: ora di religione, scuola, ebrei, religione