E’ stato reso noto in questi giorni il testo di una lettera circolare sull’insegnamento della religione nella scuola, inviata dalla Congregazione vaticana per l’Educazione Cattolica ai Presidenti delle Conferenze episcopali e datata 5 maggio 2009. Il testo lo potete trovare a questo indirizzo, per quanto mi riguarda vi sottolineo solo alcuni punti salienti.
L’educazione si presenta oggi come un compito complesso, sfidata da rapidi mutamenti sociali, economici e culturali. La sua missione specifica rimane la formazione integrale della persona umana.
L’insegnamento della religione nella scuola costituisce un’esigenza della concezione antropologica aperta alla dimensione trascendente dell’essere umano: è un aspetto del diritto all’educazione. Senza questa materia, gli alunni sarebbero privati di un elemento essenziale per la loro formazione e per il loro sviluppo personale, che li aiuta a raggiungere un’armonia vitale fra fede e cultura. La formazione morale e l’educazione religiosa favoriscono anche lo sviluppo della responsabilità personale e sociale e le altre virtù civiche, e costituiscono dunque un rilevante contributo al bene comune della società.
L’insegnamento scolastico della religione s’inquadra nella missione evangelizzatrice della Chiesa. È differente e complementare alla catechesi in parrocchia e ad altre attività, quale l’educazione cristiana familiare o le iniziative di formazione permanente dei fedeli. Oltre al diverso ambito in cui ognuna è impartita, sono differenti le finalità che si prefiggono: la catechesi si propone di promuovere l’adesione personale a Cristo e la maturazione della vita cristiana nei suoi diversi aspetti; l’insegnamento scolastico della religione trasmette agli alunni le conoscenze sull’identità del cristianesimo e della vita cristiana
La specificità di quest’insegnamento non fa venir meno la sua natura propria di disciplina scolastica; al contrario, il mantenimento di quello status è una condizione d’efficacia: «è necessario, perciò, che l’insegnamento religioso scolastico appaia come disciplina scolastica, con la stessa esigenza di sistematicità e rigore che hanno le altre discipline. Deve presentare il messaggio e l’evento cristiano con la stessa serietà e profondità con cui le altre discipline presentano i loro saperi. Accanto a queste, tuttavia, esso non si colloca come cosa accessoria, ma in un necessario dialogo interdisciplinare
In realtà la lettera torna a dire ciò che già sapevamo: che l’ora di religione nelle scuole non può che essere affidata alla Chiesa, che le altre religioni andranno presentate non in modo comparativo e “neutro”, che bisogna ben distinguere tra catechesi e ora di religione come trasmissione di conoscenze sull’esperienza cristiana. La lettera è ovviamente più articolata, vi invito a leggerla tutta, e sicuramente susciterà reazioni da parte del mondo laico e non solo….
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