Amici miei, il vostro affetto mi riempie di gioia! Anzi, prendo a prestito le parole di Gianluca: “mi scalda il cuore”. Che emozione sapere che ho tanti amici e leggere tutto ciò che mi scrivete. Sapevo che con Internet e Facebook avrei avuto grandi opportunità, ma vi confesso: non mi aspettavo tanto. La sera, quando lascio l’ufficio e, tornato a casa, attivo il mio computer, è come se mi aprissi a un mondo nuovo. Non vi nascondo che anche un Vescovo come me può, a volte, sentire il bisogno di conferme, di riscontri, di confronti, di dialoghi…lo faccio ogni giorno, ma qui è diverso: sento le vostre emozioni, le vostre speranze, il vostro dolore, il vostro calore umano, le vostre energie ed anche le debolezze.
Mi avete raccontato angosce e disagi; Antonietta mi ha addirittura detto: “scusi se le scrivo”. Fratelli e figli miei, ma di cosa dovete scusarvi? Dell’aver parlato dei vostri problemi? Sono qui per ascoltarvi, per unirmi a voi, per condividere le vostre incertezze e le vostre ansie, per darvi speranza. NON SMETTETE DI CREDERE che qualcosa può cambiare: nelle periferie di questa città come nel cuore di ognuno di voi. Lo so che possono sembrare parole, ma non è così, fidatevi. Ho girato il mondo per portare la Parola di Dio dove spesso non c’è neanche l’acqua: credetemi, ho pianto di dolore di fronte alla fame, alla povertà e alla malattia che ho toccato con mano, provando quasi vergogna per l’indifferenza di quella modesta parte della umanità che controlla la stragrande maggioranza delle risorse e domina sulla parte più debole costituita dall’80% dell’umanità. Mi sento mortificato e provo dolore anche nel leggere i vostri sfoghi. Ma non rassegnatevi alle difficoltà e al dolore, affrontate la sofferenza e la precarietà: prima o poi tutto passa. VOI POTETE, VOI AVETE LA FORZA, come diceva il Santo Padre Giovanni Paolo II, “Voi siete la speranza della Chiesa, Voi siete la mia speranza”. Anche io continuo a dirvi: “Non vi fate rubare la speranza”, non cedete al pessimismo, non avvilitevi. Credete in voi stessi, anche quando tutto vi sembra ostile, quando vi sentite soli. Potete cadere sotto il peso dello sconforto, figli miei, ma avete il dovere di rialzarvi. Lo dovete a voi stessi e a chi, come me, crede fortemente in voi.
Molti -leggo sui vostri post- hanno perso la strada giusta della vita e sono al buio. Ma leggo anche di chi, ad esempio, dopo il carcere ha saputo ricominciare. Ricordate, amici miei, c’e sempre un’alba dopo la notte. Se credete, affidatevi alla Madonna e alla Parola di Gesù e attendete il nuovo giorno.
A Napoli diciamo: “Adda passà a nuttat !” (deve passare la nottata!), attendete con speranza.
Qualcuno dice: “Cardinà ma tu come fai?”. Figli miei, io non ho super-poteri. “Cammini con passo sicuro” mi ha scritto Mickael Cristian, ma questo non significa che io non viva momenti di difficoltà, eppure nella mia anima non manca mai la Speranza e trovo la forza in Cristo e negli insegnamenti del Vangelo. In quelle pagine neanche immaginate quanto conforto c’è, quanto mi sento aiutato.
E mi aiutano tanto pure i vostri scritti, le vostre riflessioni, le vostre parole: quanti dialetti, quanto affetto e quanto sostegno, da ogni parte del mondo… Vorrei farvi leggere però i tanti messaggi di gioia che mi arrivano per farvi capire che non c’è solo sofferenza, ma anche tanti aspetti positivi e belli della vita. Quando condivido con voi i momenti lieti che mi raccontate sono veramente felice con voi!
Vi faccio una confidenza: “Cardinà si ‘a guerr” è il commento che più mi ha fatto sorridere anche perché non lo avevo capito e ho dovuto chiedere spiegazioni..! Grazie Pierangelo. Vedete come le barriere sono abbattute? Le differenze di età e di linguaggio si scoprono, si condividono e si superano: Fulvio mi ha scritto che “è importante esser vicino alla gente nei modi che la stessa gente vive”..sto provando a farlo con il vostro aiuto. La settimana scorsa ho ospitato i direttori dei giornali per concordare con loro la destinazione dei fondi che raccoglieremo il 16 dicembre prossimo nell’asta di beneficenza che si terrà all’auditorium della Rai di Napoli. (Poi vi spiegherò meglio perchè m’at dà ‘na mano!)
Qualcuno di loro mi ha detto “Eminenza ma allora è proprio lei su Facebook?” “e chi doveva essere? ho risposto io, ricordando, e lo faccio ad ognuno di voi, che ‘a password a teng semp je!
Continuiamo a sentirci, preghiamo insieme, così abbattiamo le barriere e non sentiremo le distanze.
Anzi, Massimo mi chiede se posso indicare una Chiesa dove nel pomeriggio recitare il Santo Rosario: andate ovunque, ragazzi, perché “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” dice il Vangelo. I sacerdoti saranno felicissimi di accogliervi.. Aurelio e tanti di voi mi scrivono “Non mollare”: NON MOLLATE neanche voi, figli miei, prego per Voi. Vi ripeto -e lo farò sempre- che “anche nei momenti di solitudine non siete mai soli”. Vi voglio bene anch’io tanto ed ora : ‘a Madonn v’accumpagn!
Crescenzio Sepe, arcivescovo a Napoli