L’11 luglio scorso è uscito in Italia e in gran parte del mondo l’iPhone 3G della Apple. E’ inutile negarlo, questa è stata la notizia che più ha riempito i blog, specialmente quelli legati alla tecnologia e al web, di quest’ultimo periodo.
Ho riflettuto durante la pausa estiva su questo fenomeno, l’ho avuto tra le mani e l’ho utilizzato quando ero in vacanza. A mio modesto avviso, e ci tengo a precisarlo, l’iPhone con tutti i limiti legati alla sua dimensione, ai suoi bug, alla connessione internet non sempre facile, costituisce tuttavia una svolta epocale per quanto riguarda le relazioni cyber-umane.
Cosa voglio dire…. Con l’iPhone forse meglio che con altri smartphone e palmari di ultima generazione si realizza forse per la prima volta quell’essere “Always Connected” che forse cambierà per sempre i nostri stili di vita come già è successo con il telefono cellulare. Solo che a differenza di quest’ultimo che permetteva solo una connessione biunivoca l’iPhone permette invece il collegamento con il grande popolo della rete. In pratica si è sempre collegati, in qualsiasi posto del mondo siamo. Si possono scaricare le news, i feed, aggiornare i blog, usare twitter senza bisogno di avere il computer a portata di mano. Al di là delle implicazioni sociali che può avere un simile apparecchio, peraltro al momento alla portata solo di pochi, mi interessa l’implicazione filosofico-religiosa che la sua uscita sul mercato comporta.
Ricordate la formula del famoso teologo Karl Barth, “Bibbia e Giornale”? Il suo grande amico Thurneysen riferisce che Barth amava spesso dire che tra la Bibbia e il Giornale doveva scoccare una scintilla. Ebbene se oggi Barth fosse sempre vivo forse tradurrebbe questa formula con un’unica espressione “iPhone” o un suo simile. Con l’iPhone, basta leggere il post successivo, possiamo scorrere la Bibbia, cercare termini, leggere i commentari e al tempo stesso informarci su quello che succede nel mondo, per far si che la Parola di Dio getti una luce sugli avvenimenti, e al tempo stesso ne sia arricchita.
Ma con l’iPhone comincia a realizzarsi forse, la profezia di Theillard De Chardin che vedeva il futuro del mondo come una grande mente globale, la noosfera, o supercoscienza, in quanto gli esseri umani con i loro pensieri, ma soprattutto con la loro coscienza sarebbero simili ai neuroni di un grandioso “cervello globale” o “mente planetaria ”.
“…l’uomo scopre, per usare una forte espressione di Julian Huxley, di non essere altra cosa se non l’evoluzione divenuta cosciente di sé stessa”. La biosfera si evolverà attraverso questo processo in noosfera. La piena ominazione planetaria perciò si realizza attraverso l’ homo societalis e le sue energie intellettuali che si uniscono in una sintesi, la Noosfera, che è l’ambiente vitale dell’Homo noeticus.” (in Ambiente Divino)
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