Se vi ricordate nel mese di marzo avevo accennato a Tony Blair e al progetto di una “Faith Foundation”. Il 30 maggio a New York, Tony Blair ha inaugurato ufficialmente la sua organizzazione chiamata appunto la “Tony Blair Faith Foundation”, affermando di voler trascorrere il resto della sua vita per far si che la religione diventi una forza a servizio del bene nel mondo.
Secondo Blair la religione avrà nel 21° secolo lo stesso peso che hanno avuto le ideologie politiche nel 20° secolo appena trascorso.
Un grande proclama, una grande intuizione o cosa? Vediamo intanto i suoi obiettivi, che sono quelli di favorire il dialogo tra le religioni e promuovere azioni concrete per la lotta alla fame e alle malattie. In modo particolare Blair ha parlato del flagello malaria che ogni hanno uccide centinaia di migliaia di bambini in africa, il 40% dei quali musulmani. E’ davanti a simili sfide che c’è bisogno di una collaborazione inter-religiosa. Ma per fare tutto questo Blair ha bisogno anche di sostenitori infatti sta andando in giro per il mondo per raccogliere fondi da destinare ai suoi progetti ed ha già avuto cospicui aiuti sia negli Stati Uniti che in Inghilterra.
Tra i tanti suoi ambiti di intervento mi sembra interessante quello educativo “per migliorare la comprensione e il rispetto tra i giovani di fedi diverse”. La tesi di Blair è che in un mondo interconnesso e per una “generazione digitale” ci sia bisogno di cercare nuovi ambienti di apprendimento e nuove strade che favoriscano il dialogo. La fondazione riconosce l’importanza di un approccio collaborativo e chiede a tutti di condividere le proprie idee per costruire un terreno comune di lavoro. Sempre a questo proposito verranno individuate le migliori risorse e le migliori pratiche provenienti da tutto il mondo per garantire che siano rese visibili e accessibili a tutti.
Se volete un mio parere a riguardo mi piace questo approccio “2.0” al problema del dialogo, non potrebbe essere altrimenti, non ho ben capito però se tutto questo è legato solo alla persona del ex-premier britannico oppure si sta creando una struttura che in qualche modo coinvolga altri soggetti e che oltrepassi la sola forte personalità di Blair. Sul sito della fondazione compaiono a scorrimento le congratulazioni e le riflessioni di esponenti eminenti delle grandi religioni, dal Rabbino David Rosen, Presidente dell’International Jewish Committee on Interreligious Consultations, a Rick Warren della P.E.A.C.E coalition all’Arcivescovo di Canterbury. Non so però quale sia il livello di coinvolgimento di queste autorevoli personalità del mondo religioso. Intanto possiamo seguire i lavori della fondazione sul loro sito e se volete a questo indirizzo trovate l’intervista del Time a Tony Blair sulla sua nuova iniziativa.
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