Attività: il Villaggio del mondo per una educazione alla mondialità

attività per bambiniL’attività che vi propongo oggi riguarda i paesi poveri del mondo e l’educazione alla mondialità. E’ adatta per bambini della scuola primaria e secondaria di 1°, ma debitamente modificata può essere utilizzata anche alla scuola secondaria di 2°. Vi assicuro che agli alunni piace lavorare seriamente con i dati alla mano e costruirci sopra grafici e tabelle.

In pratica si tratta di analizzare il Rapporto Unicef del 2008 che riporta i dati della situazione mondiale riguardo a:
1 Indicatori di base
2 Nutrizione
3 Salute
4 Hiv/Aids
5 Istruzione
6 Indicatori demografici
7 Indicatori economici
8 Donne
9 Protezione dell’infanzia
10 Tasso di progresso

Il Rapporto Unicef è abbastanza articolato, sono in tutto 164 pagine. Vi consiglio di guardarlo prima e comunque di far lavorare gli alunni della scuola secondaria solo sulle statistiche che trovate da pagina 117 in poi. Per la scuola primaria invece dovete fare voi il lavoro preparatorio di ricerca dei dati interessanti.

Come si procede nell’attività?
Una volta scelti gli argomenti che ci interessano possiamo iniziare a fare il rapporto di quei dati trovati in percentuale rispetto alla popolazione mondiale (che trovate negli indicatori di base). Ad esempio sul totale della popolazione nel mondo, 20 non hanno acqua, 30 ne hanno poca, 50 hanno acqua. Così con questi dati si cominciano a colorare i bambini della scheda che ho diviso in due parti per poterla fare più grande (File 1 e File 2). Avete infatti a disposizione due immagini da fotocopiare in fogli di formato A4 che uniti diventano un A3. Sono 16 file di 100 bambini, ognuna con un numero identificativo. In basso trovate la legenda per riportare il dato analizzato in una determinata fila. Fatemi sapere se è tutto chiaro e se i vostri alunni hanno gradito l’attività.

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I Link di Religione 2.0 – 05.05.2008

Religione 2.0 e la Libreria Coletti di Roma annunciano la loro collaborazione

libreria colettiReligione 2.0 e Libreriacoletti.it, una delle librerie storiche di via della Concilizione a Roma, sono liete di annunciare l’inizio di una collaborazione che porterà reciproca visibilità e utilità per i lettori. La Libreria Coletti di Roma, si occupa da 100 anni di libri specializzati in Scienze Religiose ma sempre con un occhio di riguardo anche al mondo dei libri “laici”.

La libreria si propone l’ambizioso obiettivo di unire libri religiosi (che sono la maggioranza dell’assortimento) a letture laiche. Questo permette di avere un catalogo molto ampio che spazia dai settori propri di una libreria religiosa, catechesi, storia della chiesa, teologia, patristica, didattica della religione, a settori specifici di una libreria di varia natura come letteratura italiana e straniera, libri per ragazzi, saggistica, storia, filosofia o informatica (nel catalogo sono presenti molti libri dedicati al mondo Apple).
A oggi, i titoli in catalogo sono oltre 250.000 e sono in continua crescita (chiunque volesse un libro non presente nel catalogo online, può mandare una mail a libreria@libreriacoletti.it per richiedere che venga inserito).

Con la Libreria Coletti ci saranno recensioni in comune su questo blog e sul blog della libreria raggiungibile a questo indirizzo: http://blog.libreriacoletti.it) e sconti per l’acquisto su libreriacoletti.it dei libri presentati su questo blog. Spero che tutti i miei lettori approfittino di questa opportunità.

bruno ferrero

Primo libro consigliato:

BRUNO FERRERO
365 PICCOLE STORIE PER L’ANIMA

Questo elegante libro cartonato contiene piccole storie e qualche pensiero: minuscole compresse di saggezza spirituale. È sufficiente una storia al giorno: dopo averla letta o ascoltata, nessuno è più lo stesso. Il campo di utilizzazione dei racconti è vasto: dalla meditazione personale all’uso nella catechesi e nell’animazione, alla lettura in famiglia o in classe nell’ora di religione… Corredato di un indice tematico.

Link per l’acquisto diretto



Spopola su Youtube il video di due seminaristi milanesi

seminaristiChe la Diocesi di Milano avesse aperto un canale su Youtube lo avevamo già detto in un post di qualche mese fa dedicato al Card. Tettamanzi, ma che questo canale fosse inondato di visite è notizie di questi giorni. Tutti i video della diocesi sono stati visitati e commentati, ma uno in particolare merita attenzione. Si tratta del video di due giovani seminaristi, prossimi a diventare sacerdoti che spiegano le ragioni della loro scelta al grande popolo della rete. Ebbene il video di Leandro ed Emiliano è gia stato visitato ad oggi più di 55.000 volte (in continuo aumento) ed ha ricevuto oltre 300 commenti di giovani e meno giovani, contrari e favorevoli a questa scelta. Se ne parlava già in un articolo della Diocesi di Milano quando ancora le visite non avevano raggiunto tale cifra.

Ma come mai tutto questo successo se si parla di crisi di vocazioni, senso di smarrimento, mancanza di valori ecc… Non sarà che ai giovani piace avere davanti delle vocazioni di fede autentiche visto che non ne hanno altre a loro disposizione nelle altre sfere della vita sociale e politica? Secondo l’articolo già citato, “il fascino di una dedizione religiosa continua, dunque, ad attirare i giovani d’oggi”. E sembrerebbe proprio questa la motivazione. E per cosa dovrebbero vivere altrimenti oggi i nostri giovani? Per una ideologia, quando tutte le ideologie hanno mostrato il loro fallimento? Per comprare vestiti e macchine di lusso, quando è chiaro a tutti che non sarà possibile continuare a consumare come stiamo facendo oggi? Occorre fermarsi a riflettere se il vento non stia nuovamente cambiando direzione. E’ una domanda per noi cristiani e per noi insegnanti che abbiamo a che fare tutti i giorni con l’universo giovanile.

Il video lo potete vedere direttamente qui sotto:

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Via: Cronaca e attualità

Buddha Multimedia

tempio buddhistaSul sito Buddha Net ho trovato una serie di attività interattive dedicate al Buddhismo tradizionale e al Buddhismo Zen. Alcune di queste davvero molto interessanti: un Tempio tradizionale cinese completamente navigabile con spiegazioni sulle varie parti che lo compongono, dalla pagoda alla torre delle campane; una timeline con le date più importanti della storia buddhista e una ruota che illustra le 4 nobili verità; infine una galleria di immagini del Buddha nella tradizione thailandese che notoriamente è uno dei paesi a più alta concentrazione di credenti buddhisti nel mondo.

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La tradizione del “rosario” nelle diverse religioni: il Tasbeeh musulmano

tasbeeh sebha tespihIl rosario musulmano ha in realtà diversi nomi a seconda dei vari dialetti dell’arabo o delle varie lingue dei paesi in cui viene usato: Tasbeeh o Tespih, Misbaha, Sebha o Subha. Chi di voi ha viaggiato nei paesi arabi si sarà accorto che per strada quasi tutti gli uomini giocherellano con un Tasbeeh. Al bar, al mercato ecc… di solito però la versione che usano è quella ridotta a 34 grani. Si perchè in realtà di Tasbeeh ne esistono due versioni una da 99 + 1 grani e una appunto da 33 + 1.
L’origine del Tasbeeh non è certa, a quanto pare però venne introdotto presto, intorno al VII sec d.C., molto probabilmente per i contatti con la vicina India dove già veniva usato il Japamala. L’uso del Tasbeeh si lega a quella forma di preghiera presente nella tradizione spirituale dell’Islam che è il dhikr: il ricordo incessante di Dio, la ripetizione del suo Nome per dimenticare tutto ciò che non è Dio. Questa pratica è sorta nel sufismo in epoca relativamente tarda, nell’XI-XII secolo, ed è ben descritta da un testo di al-Ghazali: “Dopo essersi seduto nella solitudine, il sufi non cesserà di dire con la bocca: Allah, Allah, continuamente, con la presenza del cuore”. Si tratta dunque di una “Memoria Dei”, simile alla “Preghiera del cuore” degli ortodossi, attuata attraverso l’invocazione del Nome di Dio (Allah) o dei suoi novantanove nomi, tanti quanti i grani del rosario: una pratica sia solitaria che collettiva (almeno nelle confraternite di sufi) in vista di una comunicazione con Dio.

I 99 grani sono divisi in 3 sezioni (alla fine di ognuna si trova un grano più grande o comunque diverso dagli altri), l’ultimo grano, il numero 100, è di forma longitudinale, e chiude la catena. Ogni grano rappresenta uno dei “99 Bei Nomi di Dio”, nomi per mezzo dei quali il musulmano medita il mistero divino. Viene utilizzata anche per la recitazione dei versetti del Corano o delle preghiere da ripetere molte volte. In modo particolare sono tre le preghiere da ripetere:

Sub’hanallah: Gloria ad Allah (33 volte)
Alhamdulillah: Lode per Allah (33 volte)
Allah Akbar: Allah è grande (34 volte).

Gli Wahhabiti, una delle correnti dell’islam, non ne ammettono l’uso. Il teologo Ibn al-Giawzî ha detto invece: «La misbaha è una pratica raccomandabile, riferendosi a un hadîth di Sâfiyya che “glorificava Dio” utilizzando dei noccioli di dattero o dei sassi. Il profeta ha approvato il suo procedimento».

Navigando alla ricerca di informazioni nella rete ho trovato anche una curiosa tesi per la quale gli stessi cristiani avrebbero usato in età antica il Tasbeeh in quanto i 33 grani rappresenterebbero gli anni di Gesù e la ripetizione delle 3 volte 33, la triplice manifestazione di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. L’autore dell’articolo afferma che ci sarebbero prove che dimostrano la diretta discendenza del rosario cattolico dal misbaha arabo, introdotto in Europa occidentale nel corso del XIII° secolo dopo più di due secoli di scambi tra i Franchi e gli Arabi durante le Crociate.
Colgo l’occasione di questo post per segnalarvi anche un Corano Digitale che tra le molte funzioni ha anche quella di aiutare la recitazione del Tasbeeh tenendo il conto dei grani. Ovviamente è un prodotto “Made in China”.

Altre informazioni le trovate qui:
http://en.wikipedia.org/wiki/Tasbeeh
http://en.wikipedia.org/wiki/Misbaha
http://en.wikipedia.org/wiki/Dhikr
http://paternosters.blogspot.com/2006/11/islamic-rosaries.html

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