Il digiuno e l’educazione alla rinuncia

Colgo l’occasione del Venerdi Santo per fare una piccola riflessione sul digiuno e sull’educazione alla rinuncia, prima di andare in pausa per la festività di Pasqua. Non sono io a dirlo ma ormai è una opinione condivisa, come sia sparita dal vocabolario, almeno nel mondo occidentale, la parola rinuncia. Se questo è vero per il mondo degli adulti tanto più lo è per i nostri ragazzi, cresciuti in una società opulenta dove il sacrificio non è contemplato. Eppure il cristianesimo e di conseguenza la cultura occidentale, si basa su un “sacrificio”, quello di Gesù sulla croce.

Negli ultimi due anni si è cominciato a parlare di un nuovo digiuno anche e soprattutto per i giovani, ma non rispetto ai cibi, quanto piuttosto alla loro vita virtuale. Quest’anno su Facebook è stato creato un “Evento” al quale hanno aderito quasi 4000 persone, “Venerdi Santo senza Facebook”. Anche se questo non sarà il digiuno prescritto per questi giorni dalla Chiesa, è importante tornare a parlare una lingua adatta ai più giovani cominciando con questi piccoli gesti molto concreti, che educano comunque al senso della rinuncia.

Fonte: iEducAzione



iSindone: una applicazione iPhone dedicata alla prossima ostensione del telo sindonico

iSindone è una applicazione per iPhone realizzata per l’occasione della prossima ostensione del 10 aprile. Contiene tutte le informazioni necessarie per la visita e per l’approfondimento della storia e delle caratteristiche della Sindone. In particolare:

* Come raggiungere il Duomo, il servizio di accoglienza e di prenotazione, orari, mappe e punti di interesse.
* La storia della Sindone, le sue caratteristiche, gli studi di cui è stata oggetto.
* Una foto in alta risoluzione della sindone da spostare ed ingrandire per visualizzarne i dettagli.
* Una galleria di bellissime fotografie di una bellissima Torino da inviare come cartoline.
* Una raccolta di video della Sindone e dell’Ostensione 2010

L’applicazione costa solo 0,79 € e si scarica a questo indirizzo di iTunes. Di Sindone si è parlato anche in questi giorni a proposito degli occhialini che permetterebbero una visione 3D del lenzuolo, l’operazione commerciale però non è piaciuta al Comitato per la Sindone e alla Curia Torinese che ne hanno proibito la vendita nei negozi ufficiali.

Via: Cerco il tuo volto



Il mondo in 3D

Il 3D, l’alta definizione, la realtà aumentata, sono i nuovi linguaggi con i quali presto, educatori e studenti dovranno fare i conti. La possibilità di entrare in un video, in una immagine, di muoversi in uno scenario tridimensionale offre senza dubbio enormi possibilità di comunicazione. Immaginiamoci di entrare in un filmato girato in Terra Santa e vivere l’esperienza dell’incontro con la realtà in cui visse Gesù. L’ingresso del 3D nelle case prima, e nelle scuole dopo, sarà dunque una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire la comunicazione, al pari forse del cinema e della televisione, che permisero l’ingresso delle immagini in movimento; ricordiamoci l’effetto che fece la prima proiezione del film dei fratelli Lumiere sui presenti in sala. Ma il 3D offre anche spunti interessanti per ripensare ad esempio il libro di testo, si parla in questi giorni dell’arrivo dei libri 3D che tramite speciali occhialini si animeranno di immagini tridimensionali, video e animazioni. Anche per l’ostensione della Sacra Sindone si è discusso dell’utilizzo di speciali occhialini che permetterebbero una visione 3d del telo sindonico. La tridimensionalità entra dunque non solo nelle nostre scuole, ma anche forse nelle nostre chiese; con il vantaggio di permettere un’esperienza di partecipazione all’immagine più forte rispetto al passato, ma forse con lo svantaggio di perdere contatto con la realtà che ci circonda, specie se dovremo indossare occhiali speciali. Vero è che tra qualche anno per i nostri giovani vedere immagini e video bidimensionali, sarà come vedere adesso vecchi film in bianco e nero, senza dubbio belli ma solo per amanti del genere.

Fonte: iEducAzione



Nasce il “Santo” dedicato alla Net Generation

L’idea mi è venuta dalla considerazione che gli adolescenti passano molto del loro tempo su Facebook ma condividono spesso notizie e argomenti di poco valore educativo; loro stessi sentono però il bisogno di leggere ogni tanto qualcosa di edificante. Allora prendendo spunto da San Scolaro che don Milani fece realizzare a Barbiana, con alcuni colleghi ho pensato di realizzare una pagina dedicata ad un Santo molto attuale, ovviamente inventato e scherzosamente chiamato “San Nativo Digitale”, proprio su Facebook, la piazza dove i giovani oggi “abitano”. Lo scopo per adesso è semplice, raccogliere in un unico luogo video, notizie, riflessioni, da far circolare nel mondo degli adolescenti.

Purtroppo oggi per i giovani, specie quelli che non frequentano le parrocchie, ci sono pochissime occasioni di riflessione, ascoltano poche notizie che allargano il cuore e lo fanno crescere, piuttosto ascoltano e assimilano tutto ciò che di più brutto la nostra società sa produrre. Ecco allora un modo per far apparire nella loro bacheca ogni giorno elementi da condividere che possano attrarre la loro attenzione e al tempo stesso gettare un seme di bontà e speranza nei loro cuori. San Nativo come potrete vedere nell’immagine è un bambino con in mano un ipod e un netbook. Per chi di voi avesse un account su Facebook l’invito è a diventare un fan di “San Nativo Digitale” e al tempo stesso condividere la notizia con gli amici e conoscenti e magari anche su qualche sito o blog, parrocchiale e non… La pagina di San Nativo si trova a questo indirizzo.

Il dono dell’ubiquità

Un tempo era prerogativa dei grandi Santi, la cosidetta bilocazione o ubiquità, l’essere cioè in più parti nello stesso istante; scherzi a parte, oggi invece si torna a parlare di ubiquità a proposito dei nuovi media (specialmente cellulari, palmari, netbook) che permettono la connessione alla rete sempre e ovunque ci si trovi. L’abbattimento dei costi e la portabilità in termini di spazio e peso, sono i principali fattori che hanno aiutato la loro rapida diffusione specialmente nel mondo giovanile. Anche lo sviluppo delle reti mobili, 3G e Wi-Fi, hanno favorito la possibilità di essere “always connect”. A scuola e nelle università, si parla già di “Ubiquitous Learning”, l’apprendimento “in ogni momento e in ogni luogo”; superando lo spazio fisico dell’aula, lo studente può essere in diversi luoghi nello stesso istante: rispondere ad una email, controllare il proprio profilo su facebook, fare una ricerca che in quel momento gli è stata assegnata dall’insegnante, vedere un video… Questo pone però non pochi problemi per le nostre istituzioni scolastiche, poco attrezzate dal punto di vista tecnologico e ancorate a vecchi schemi di insegnamento/apprendimento. Ma pone anche altri problemi legati all’utilizzo in classe di cellulari e computer di ultima generazione magari dotati di webcam, problemi principalmente di privacy. Eppure stiamo andando in questa direzione.

E’ bene cominciare dunque ad educare i bambini fin da piccoli ad un corretto utilizzo di cellulari, computer, social network. Se gli insegnanti del futuro saranno più facilitatori del processo di apprendimento con le nuove tecnologie, che non vecchi trasmettitori del sapere, bisognerà che si trovino davanti studenti in grado di saper gestire le libertà che vengono loro concesse. E l’uso didattico dei cellulari in classe è sicuramente una di queste.

Fonte: iEducAzione

I Link di Religione 2.0 – 28.03.2010

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