I Link di Religione 2.0 – 21.03.2010

Internet o Tv?

Tra i nuovi e vecchi media più frequentati dai giovani di oggi, oltre al telefono cellulare, ci sono sicuramente Internet e la Tv, che negli ultimi anni hanno cambiato il loro volto, non senza conseguenze sulle abitudini e sui comportamenti, specialmente degli adolescenti. Mentre in passato collegarsi ad internet significava compiere ricerche, reperire materiali, inviare email, oggi l’utilizzo della rete da parte dei giovani, è finalizzato soprattutto all’uso delle chat, dei Social Network e di Youtube. Nel mese di Dicembre si è svolto a Pisa il Convegno annuale della SIP (Società Italiana di Pediatria), dal titolo «La Società degli adolescenti»; in quella occasione sono stati divulgati i dati di un sondaggio svolto su 1300 studenti delle scuole medie inferiori, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, proprio sulle loro abitudini e stili di vita.

Che cosa è emerso? Quello che già un po’ si sapeva, che aumenta l’uso di internet tra i giovanissimi, specie per quanto riguarda Facebook, fenomeno dell’anno, con oltre il 50 % di adolescenti iscritti, e con un 17 % già intenzionato a farlo. Aumenta però, in controtendenza con gli anni precedenti, anche l’uso della Televisione: il 23 % degli intervistati dichiara di guardare la Tv più di 3 ore al giorno, alle quali vanno aggiunte, nella maggior parte dei casi, altre 3 ore davanti al computer, per un totale di 5-6 ore davanti ad un monitor.

C’è da dire inoltre che anche la TV ha cambiato il suo volto negli ultimi anni, e ai programmi per ragazzi di tipo ricreativo-documentaristico si sono sostituiti pseudoprogrammi del tutto discutibili come alcuni Reality Show. Basta osservare i ragazzi nei momenti ricreativi per notare come certe dinamiche di rivalità e di competizione negativa siano entrate nel loro modo di rapportarsi ai coetanei e agli “amici”. E non è un caso. La televisione dunque, ed emerge sempre dal rapporto SIP dell’anno scorso, peggiora, dal punto di vista qualitativo, le abitudini e i comportamenti degli adolescenti, fino al punto di poter dire che i ragazzi che guardano molta televisione (più di 3 ore al giorno), hanno una propensione significativamente superiore alla media ad assumere fumo, alcol e droga e ad essere indifferenti alle immagini di violenza viste in Tv (51%). Ci sarebbe già abbastanza materiale per spegnere la televisione fino a data da destinarsi, anche se sappiamo bene che in ogni strumento si possono nascondere pericoli e insidie, stà dunque al mondo degli adulti guidare i giovani nel discernimento di ciò che è bello, buono e di ciò che invece non lo è. Rimangono sempre vere a questo proposito le parole di Papa Benedetto XVI pronunciate l’8 Dicembre nel bellissimo discorso di Piazza di Spagna:

Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia! Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono.

Credo che ogni educatore, ma anche ogni operatore del mondo delle telecomunicazioni, dovrebbe lasciarsi provocare da queste parole, per far si che ai ragazzi vengano offerte opportunità di crescita attraverso situazioni e prodotti di quella buona qualità che sembra ormai venuta meno.

Fonte: iEducAzione



Attività: costruire l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Vi propongo una divertente attività inerente alla Pasqua, realizzare l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, con i contenitori di cartone delle uova. L’attività consiste nel costruire innanzitutto una base sulla quale verranno applicati in seguito la tavola imbandita e i personaggi, Gesù e gli Apostoli. Per creare la struttura prendete spunto dall’immagine qui sotto:

Creata la base bisogna scaricare e colorare la tavola apparecchiata e i personaggi, che trovate ai seguenti indirizzi:

Personaggi 1
Personaggi 2
Personaggi 3

Per facilitare il lavoro di identificazione degli Apostoli usiamo l’immagine qui sotto:

Terminato il montaggio dei personaggi e della tavola, il risultato ottenuto sarà simile a questo:

Buon lavoro e buon divertimento!

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Fonte: Catholic Icing



Le difficoltà dell’apprendimento

Generazione di svogliati, disattenti, bulli, che finiscono per essere bocciati e ripetere più volte una stessa classe. E’ la fotografia, per fortuna non estesa a tutti, degli alunni della scuola italiana di oggi, tra realtà ed amplificazione. Il problema comunque esiste, oggi come ieri, e non solo in Italia. “Perchè mi bocci?” è il titolo di un convegno organizzato dall’ADI (Associazione Docenti Italiani), alla fine dello scorso febbraio. Tema centrale la personalizzazione dell’apprendimento, in una scuola che può diventare sempre più inclusiva se al suo interno cerca di mettere in atto alcune strategie:

– un’ équipe educativa coordinata e cooperante in modo formale e informale
– un’ équipe di consulenti
– la presenza di pratiche di apprendimento cooperativo
– una particolare attenzione ai bisogni degli allievi
– la pianificazione e la concertazione
– la formazione continua
– la valutazione degli interventi
– molte risorse umane

Non basta dunque il ritorno alla disciplina e alla severità, da più parti invocate come la panacea della scuola, serve anche altro. Lo aveva già intuito Sant’Agostino, che nelle sue “Confessioni” racconta la sua esperienza di alunno e le difficoltà di un apprendimento imposto e non voluto. Parole che hanno ancora oggi conservano uno spessore e un significato importante per insegnanti ed educatori.

Perché dunque odiavo la letteratura greca, che pure non è da meno quanto a poemi? Indubbiamente anche Omero è un sapiente tessitore di favole, deliziosamente leggero. Eppure da bambino mi riusciva indigesto. Credo che questo succeda anche ai bambini greci con Virgilio, se sono costretti a studiarlo come lo ero io con Omero. Era la difficoltà, nient’altro che la difficoltà di apprendere una lingua straniera a cospargere come di fiele tutte le greche delizie di quelle narrazioni favolose. Io non sapevo una parola di greco, e mi assillavano furiosamente perché lo imparassi, torturandomi con la minaccia di terribili castighi. C’è stato un tempo, nella primissima infanzia, in cui neppure di latino sapevo una parola: e tuttavia m’è bastata un po’ d’attenzione a impararlo, senza spaventi e torture, anzi fra le carezze delle balie e i loro giochi e le risa. L’ho imparato senza esservi incalzato sotto il giogo della disciplina, quando era il mio cuore a incalzarmi perché dessi alla luce quello che concepiva: il che non sarebbe avvenuto, se alcune parole non le avessi imparate non dagli insegnanti, ma da altri parlanti con le orecchie pronte ad accogliere tutto ciò che mi veniva in mente e che io vi riversavo. E questa è un’illustrazione abbastanza chiara della maggior efficacia che la libera curiosità ha rispetto a un pavido affannarsi sotto costrizione, per quanto riguarda questo genere di apprendimento.
S.Agostino (Confessioni 14.23)

Fonte del post: iEducAzione
Fonte Immagine: Wikimedia

Mitica India

Si svolgerà dal 26 al 28 Marzo a Marina di Carrara presso il complesso Carrara Fiere, il festival internazionale “Mitica India”, una tre giorni di seminari, workshop, attività, eventi musicali e artistici dedicati interamente alla cultura indiana. Il programma si può scaricare a questo indirizzo ed è ricco di appuntamenti sui temi della filosofia indù (lo yoga), la medicina (l’ayurveda), la cultura (le danze, il cibo, la musica e i film).

Un’occasione da non perdere se si abita in zona e si intende approfondire la conoscenza del mondo culturale, religioso e filosofico legato all’India. L’ingresso è a pagamento, 10 €, e si possono visitare i due padiglioni espositivi che ospiteranno i diversi eventi.

Sempre più “Touch”

Il 2010 è stato già definito l’anno dei Tablet, non solo per l’uscita dell’iPad di Apple, ma anche perchè entro la fine dell’anno è prevista una vera e propria invasione di computer mobili touch o meglio multi-touch, che, lo si voglia o no, saranno lo standard dei prossimi anni. L’esperienza di comunicazione con il computer diventerà sempre più “touchable” cioè “toccabile”, come già era successo per i telefoni cellulari dopo l’uscita dell’iPhone e come era stato profetizzato da film come Minority Report. Già oggi chi è abituato ad usare un telefono touch quando ha in mano un vecchio telefono cellulare con i classici tasti, è portato quasi istintivamente a toccare lo schermo senza ottenere ovviamente, nessuna risposta dal dispositivo. Il “touch” è un meta-linguaggio sicuramente più immersivo rispetto ai classici tastiera e tasti, che sembrano ormai sul viale del tramonto; è più immediato, più diretto, ciò che si vede si tocca e si modifica, un po’ come avviene poi nella vita reale, in cui tutto ciò che vedo, bene o male, lo posso anche toccare e manipolare. Dovrà essere un argomento da approfondire nelle sedi opportune (università, ecc..), anche nella sue implicazioni esistenziali, cioè del rapporto uomo-macchina, oltrechè fisiche. Il mercato comunque andrà avanti e fra poco, anzi a me è già successo, i giovani vedranno come vecchio tutto ciò che non è “touch”. Allora viene da chiedersi, è giusto assecondare questo modo di rapportarsi alla tecnologia che avanza? Il vecchio no, il nuovo si?! La nostra fede si basa su qualcosa che è “vecchio” ma ancora vivo e attuale come quando è nato.

Questo processo di “invecchiamento rapido”, iniziato con la società dei consumi, è inesorabile e non saremo certo noi a fermarlo, però come educatori dovremmo richiamare i nostri giovani ad un consumo sobrio e ragionevole della tecnologia; i dispositivi touch sono solo l’ultimo esempio di quello che è accaduto in passato per le consolle di videogiochi, per i televisori, per i lettori mp3, che oggi costituiscono le cianfrusaglie nelle case del mondo occidentale. Tuttavia c’è da dire che ai fini dell’istruzione i dispositivi di nuova generazione possono sicuramente costituire un valido supporto negli apprendimenti, anche per i bambini più piccoli. Opportunamente dosati e controllati, sono sicuro che saranno una opportunità per gli educatori di farne un tesoro per il loro lavoro.


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Fonte del post: iEducAzione

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