1) Strumenti dalla rete per creare test, quiz ed esercizi
2) I nativi digitali raccontano Internet
3) Che cosa succede quando date ad ogni bambino di in una classe un iPod Touch?
4) Nel 2010 avremo oltre 50 tablet!
5) Le città italiane in 3D su Pagine Gialle
6) Disegni da colorare sulla Religione
7) Recensione del Film “Codice Genesi”
8) Quaresima 2.0
9) La Bibbia in 3D (in spagnolo)
10) Storia della Chiesa in PowerPoint
I Link di Religione 2.0 – 14.03.2010
Un Dossier sugli Zingari da usare a scuola
Grazie alla segnalazione di Roberto, ho scoperto questo interessantissimo Dossier sugli zingari. Qui sotto l’indice della pubblicazione che può essere sfogliata online oppure scaricata in formato .pdf.
– Si dice zingaro o rom?
– Le origini
– Chi sono?
– Zingari italiani e persecuzioni
– Porrajmos
– Vivere da zingaro
– Lo spazio, il tempo, la legge
– La cultura degli zingari
– Il pregiudizio
– Gli zingari e i bambini
E mentre si torna a invocare l’esclusione, il Papa è tornato invece a chiedere un maggior impegno della Chiesa a favore degli zingari. Motivo in più per affrontare con serenità e con cognizione di causa la questione dei rom nel nostro paese, per aiutare i nostri alunni a superare i pregiudizi che aleggiano intorno a loro.
Come cambia la scrittura nell’era crossmediale
L’uso delle apparecchiature digitali, specialmente dei cellulari e del computer, ha modificato o sta modificando, il modo con il quale i ragazzi scrivono e in generale la comunicazione attraverso la rete. Dal linguaggio verbale proprio della vita reale e della televisione, si sta tornando all’uso massiccio della scrittura, per inviare un sms, chattare su msn, scrivere nei forum, scrittura spesso accompagnata da immagini che completano il testo. La parola d’ordine è “essenzialità”: scrivere in poco spazio, con pochi caratteri, 140 su twitter, 160 per un sms ed eventualmente inserire una immagine o un emoticon (una faccina) che aiuti a rappresentare graficamente quello che vogliamo esprimere. “Dmn matt nn c’è scl, se c 6 c vdm x andare in città, porta qlcn, c si vd + o – alle 9 anke se piove”, questo è un messaggio tipico dei nostri giovani che, costretti a rientrare nello spazio fornito loro dalle tariffe dell’operatore mobile, hanno imparato a comunicare così, anche a scuola quando si mandano i bigliettini tra un’ora e l’altra. Si ricorre ai simboli +, -, x, alle contrazioni delle parole generalmente togliendo le vocali, “semitizzando” in questo modo la scrittura (le lingue semitiche scritte non hanno infatti le vocali) e si fa ampio uso dei numeri, 6 e 8. A lungo andare questo modo di comunicare potrebbe creare mutamenti nella lingua scritta, se si pensa che a scuola si lamenta già la presenza nei temi e nelle dissertazioni scritte di queste forme abbreviate. Più raramente ciò avviene nelle Università ma è solo questione di tempo. Se è vero che l’espressione linguistica condiziona però anche il modo di pensare e di ragionare, allora il rischio o la semplice conseguenza di tutto ciò, potrebbe essere l’evoluzione di un pensiero sintetico, schematico, essenziale. A questo si aggiungerebbero gli effetti di una ormai assodata pratica del multitasking, cioè del compiere più azioni contemporaneamente (scrivere un sms, guardare la tv, giocare ad un videogioco e rispondere ad una mail), che porta con se a quanto sembra, distrazione, incapacità di fermarsi a riflettere, “velocità” del pensiero piuttosto che “profondità” di pensiero.
La comunità scientifica è divisa tra coloro che paventano un futuro in cui le capacità di analisi e di memorizzazione verranno meno, perchè depositate in internet, e coloro che invece vedono anche delle opportunità per lo sviluppo di un pensiero non più “lineare, sequenziale” come era quello delle vecchie generazioni, ma “ipertestuale” e per questo capace di affrontare le sfide della complessità del mondo che verrà. Nel frattempo genitori ed educatori non possono far altro che affidarsi ancora una volta al buon senso, aiutando i ragazzi e spiegando loro che è possibile utilizzare linguaggi diversi in ambienti diversi, che non bisogna sempre ridurre un discorso o una riflessione a poche semplici frasi, che non è bene fare un uso consumistico dei media a danno della riflessione e della concentrazione. Poche semplici regole che però possono aiutare i giovani a vivere nel loro mondo e nel loro tempo, con consapevolezza e responsabilità.
Fonte del post: iEducAzione
Tanti saluti da… Creare le nostre buste “Sante” con le google maps
Map Envelope è una applicazione davvero curiosa, sviluppata grazie alle Google Maps, che permette di creare delle buste da lettera inserendo una località e un messaggio predefiniti. Vediamo come si procede. Si deve inserire una località dentro al modulo in basso, dove troviamo scritto “Enter Location”; possiamo metterci l’indirizzo della Parrocchia, di un Santuario, di un luogo sacro o altro. Io ho messo semplicemente “Vaticano”; poi sotto inseriamo il messaggio e clicchiamo su “Preview”.
A questo punto non resta che stampare l’immagine che ci apparirà, e montare la busta già pronta utilizzando le linee di piegatura tratteggiate. Tutto qui. Semplice, divertente e veloce, in pochi secondi abbiamo creato la nostra busta “Santa”…
Il difficile mestiere di genitore… digitale…
Ricordo che quando ero alle elementari, regalai a mio padre un libro, che conserva sempre nella sua libreria, dal titolo, “Il difficile mestiere di padre”. Se fare il genitore non è mai stato facile per nessuna generazione, oggi al gap generazionale genitori-figli, si aggiunge anche quello cultural-digitale che non è da poco. Quelle mamme che una volta dovevano star dietro ai figli il pomeriggio per svolgere i compiti di casa, o che si dovevano solo preoccupare di preparare la cena per la sera, che sanno usare a malapena il telecomando e il telefono cellulare nelle sua funzioni base, si trovano oggi alle prese con i loro ragazzi sempre più connessi e “smaliziati”, tecnologicamente parlando, dunque impreparate ad educare i figli ad un uso corretto dei media, dei quali non conoscono nè i limiti, nè i rischi e neanche le potenzialità. Prima c’era la scuola che pensava quasi a tutto, a istruire e a educare; gran parte del lavoro dei ragazzi avveniva a scuola, a casa si doveva fare solo la lezione.
Oggi a casa c’è un mondo sconfinato, quello che si apre grazie ad internet, e che la scuola non può più gestire. Solo adesso la comunità scolastica comincia ad entrare nell’ottica di educare le giovani generazioni all’uso consapevole delle tecnologie e ci vorrà del tempo perchè ciò accada. E’ ovvio che nel frattempo tutta la responsabilità educativa dei ragazzi ricade sulle spalle dei genitori che non hanno spesso le competenze per affrontarla. Con l’ingresso delle nuove tecnologie nel panorama giovanile, l’asse educativo di fatto si è spostato molto in ambito familiare. Non è raro sentire i ragazzi raccontare che a casa possono fare al computer quello che vogliono perchè i genitori non lo sanno neanche accendere e a casa gli insegnanti non ci sono. Quale deve essere il giusto rapporto tra reale e virtuale? Quando è bene staccare la spina e mettersi a leggere un libro? Si deve permettere l’utilizzo di facebook e di msn? Fino a che punto, in che modo? Molti genitori se lo stanno chiedendo e chiedono a noi educatori di aiutarli in questo difficile compito che è loro affidato, perchè a casa poi sono loro a dover gestire la vita digitale dei figli. Ci vorrebbe anche oggi un bravo scrittore, nonchè educatore, che scriva il sequel di quel vecchio libro ingiallito che ormai appartiene a un passato che non c’è più…
Fonte del post: iEducAzione
Il Podcast della Quaresima
Sul sito delle Paoline, fino a Pasqua, sono disponibili i podcast con i brani del Vangelo, i canti e le preghiere del periodo quaresimale. I file possono essere ascoltati online, giorno per giorno, oppure anche scaricati in un unico file settimanale, da mettere sull’ipod o sul lettore mp3.
Per chi avesse intenzione di ascoltare anche le trasmissioni delle settimane passate, si possono scaricare dall’archivio dei materiali. I contenuti proposti nei file audio sono pensati più per la riflessione e la preghiera, quindi sicuramente più indicati per i giovani delle parrocchie piuttosto che per i nostri alunni a scuola. In ogni caso è del buon materiale da conservare e possibilmente da far circolare tra i giovani, vista anche la praticità che possono avere nel portarselo sempre dietro.